EXOR: Storia della società di investimenti della famiglia Agnelli

Exor è una delle società di investimento più importanti nel panorama mondiale.
La sua storia parte da molto lontano ed è radicata alla famiglia Agnelli, che ne detiene il controllo mediante la Giovanni Agnelli BV, una società di recente costituzione che ingloba gli investimenti finanziari prodotti dalla famiglia torinese.
Le origini di Exor sono Italiane, ma nel 2016 il cdA presieduto da John Elkann, prende la decisione di trasferire la sede legale della Holding in Olanda, dando così vita alla società di diritto olandese Exor Holding NV. Seppur la sede legale sia stata spostata ad Amsterdam, la società rimane comunque quotata a Piazza Affari, così da mantenere un filo conduttore con l’Italia.
Indice
Exor Patrimonio
È palese l’importanza strategico-finanziaria di questo gruppo, basti pensare che oltre un secolo di investimenti di una delle famiglie italiane più importanti, sono racchiusi in un’unica società.
Il suo Core Business è molto variegato e spazia in diversi settori e in diversi mercati, prevalentemente in Europa, negli Stati Uniti e nelle economie emergenti come la Cina e l’India, con un orizzonte temporale di medio-lungo termine.
Nel 2020, anno di crisi per giunta, Exor ha vantato un Net Asset Value (Valore Patrimoniale Netto) di 29,5 miliardi di dollari con un +13% rispetto all’anno precedente. Secondo le stime di Fortune Global 500, Exor si colloca al 28° posto nella classifica delle società con maggiore fatturato al mondo.
Come abbiamo accennato in precedenza, Exor spazia in più settori finanziari e quindi detiene partecipazioni di molti colossi societari.
EXOR GROUP è azionista di:
- PartnerRe, società attiva nel settore della riassicurazione. È stata acquisita interamente nel 2016 per 6,4 miliardi di dollari. La società è stata vicina alla cessione, ma il suo utile netto di 206 milioni di dollari nel 2020 in piena crisi pandemica ha dimostrato le capacità di resilienza del riassicuratore, dissuadendo il cdA dal vendere, con previsioni di crescita incoraggianti secondo il CEO Jacques Bonneau.
- Stellantis, il colosso automobilistico nato dalla fusione tra FCA-PSA. La neonata società con sede legale ad Amsterdam detiene il controllo di 14 marchi automobilistici (Abarth, Alfa Romeo, Chrysler, Citroën, Dodge, DS Automobiles, FIAT, Jeep, Lancia, Maserati, Opel, Peugeot, Ram Trucks e Vauxhall). A fusione conclusa la famiglia Agnelli è diventata il principale azionista del gruppo con una quota pari al 14,5%.
- Ferrari, la società del “cavallino rampante” è con molte probabilità il marchio italiano più conosciuto al mondo. Ferrari è tra i marchi del lusso leader a livello mondiale nella produzione e vendita di auto sportive ad alte prestazioni. Nel 2015 si stacca dal gruppo FCA per essere quotata a Wall Street (NYSE) e alla Borsa italiana (FTSE MIB). John Elkann è il presidente ma anche l’amministratore delegato ad interim. Exor NV possiede il 24,5% del capitale sociale di Ferrari.
- Juventus FC, società calcistica torinese da sempre sotto il controllo della famiglia Agnelli che detiene mediante Exor una quota del capitale sociale pari al 63,8%. La società Juventus FC è anche quotata nella Borsa italiana.
- The Economist Group, società del settore editoriale. The Economist è il settimanale con una diffusione mondiale di oltre un milione di copie. Exor controlla la società con il 43,4% (20% dei diritti di voto).
- Gruppo editoriale GEDI, operante anch’essa nel settore editoriale. Exor è arrivata a detenere mediante un’OPA una partecipazione del capitale sociale pari al 92%. Il gruppo GEDI ingloba importanti testate come – La Repubblica, L’Espresso, La Stampa, Il Secolo XIX, HuffPost Italia –
- CNH Industrial, posseduta al 26,89%, è una società che si occupa della costruzione di macchine agricole, veicoli industriali, autobus, mezzi speciali, motori.
News Exor
È recente la notizia dell’ingresso di Exor nel campo della moda. La società ha infatti concluso l’acquisto del marchio di scarpe francesi Christian Louboutin, l’affare è andato in porto per una cifra pari a 541 milioni di euro, cifra che garantisce il 24% del capitale sociale.
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Nonostante Exor abbia subito un rosso pari a 30 milioni a causa della crisi Covid, i numeri non preoccupano più di tanto la famiglia torinese.
L’assemblea dei soci ha approvato il bilancio 2020 della holding e la distribuzione di un dividendo di 0,43 euro per azione, “per un importo massimo di circa 100 milioni di euro”, come spiegato Exor in una nota.
Insomma, il colosso Exor non ha intenzione di fermarsi e ha in programma ancora molti investimenti per diversificare ancora di più il suo portafoglio azionario che risulta già ben variegato.
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